ASSOLO









mi smarrisco
vestito di dubbi
nella penombra guasta
di una sera senza ritorno
avvolta in quel nugolo infetto
di pensieri neri
che tardano ad affiorare
persi nelle urla strazianti
di corpi mutilati

mi stordisco piano piano
ubriaco di consuetudini
nel caldo abbraccio
dell'ennesima sigaretta
che
promettendomi falso godimento
brucia lentamente
mille perplessità
che mi rapiscono
e mi travolgono
nell'ultimo assalto
alla diligenza
strozzandomi il fiato
come quel coltello
dall'impugnatura di madreperla
che taglia l'aria sfatta
che sto respirando

arrotolo
impunemente assorto
nel via vai di emozioni rotte
questa mia anima sdrucita
e la incastono a tradimento
in una matassa uniforme
fatta di fili assai sottili
che si intersecano
come puzzle della vita
nella fitta ragnatela
di un black-out interiore
dove il buio sconfinato
si umilia prostrato
a quell'ultimo grido
di un diavolo arrabbiato

corro impaurito
negli occhi profondi
di una notte nera come la pece
notte in cui
il solenne inganno
di una carezza tradita
dal tempo
esplode rabbioso
nonostante
le note sensuali di un corpo nudo
che cerca conforto
nel gioco d'intrigo
di gesti telecomandati


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