LA LOMBARDIA TRA LEGGENDA E SUPERSTIZIONE

forse sembrerà strano ma anche nella laboriosa Lombardia c'è stato un tempo in cui l'elemento magico ha abitato le vite dell'uomo, un tempo in cui i rumori della notte si sono inaspettatamente travestiti da spiriti inquieti e i fenomeni della stessa natura si sono risvegliati in feroci vendette divine.
Favole dolcemente relegate in amori struggenti ed infelici che sono sopravvissute fino ai giorni nostri grazie ad intraprendenti fantasmi di amanti traditi che non vogliono darsi per vinti neppure dopo omicidi impiccagioni o decapitazioni.
Favole dalla squisitezza di una morale di elevato prestigio, che si incastonano sapientemente nel sapere del cristianesimo con un'insolita sovrapposizione a vecchie credenze.
Tutto ciò ha così prodotto per gli amanti del genere una conoscenza spesso arricchita di eredità pagane e di sfumature demoniache.
Ecco allora la leggenda legata alle due colonne della Basilica di Sant'Ambrogio. La Basilica in questione è una delle chiese più antiche di Milano. Essa rappresenta dunque non solo un semplice monumento dell'epoca paleocristiana e medioevale; ma anche un punto fondamentale della stessa storia milanese e della chiesa ambrosiana.
La prima colonna è conosciuta come "colonna del diavolo" e si trova, guardando di fronte del complesso dall'esterno,sul fianco sinistro,appena girato l'angolo. E' di marmo, alta e bianca, si pensa che sia dell'epoca tarda romana. Nella parte bassa della colonna ci sono due buchi rotondi.
La tradizione tramanda che questi siano stati il frutto delle corna del diavolo andate a conficcarsi proprio in quel punto ... causa scatenante di questo episodio pare sia stato un sonoro calcione che Ambrogio, vescovo di Milano,già in odore di santità, avrebbe sferrato al maligno per liberarsi una volta per tutte dalle tentazioni con le quali lo sollecitava. Conseguenza di questo scontro è stata la sparizione del demonio, anche se questi ha lasciato come solenne ammonimento un forte odore di zolfo e rumori infernali, che ancora ai giorni nostri si possono percepire con chiarezza soprattutto nella notte di capodanno, avvicinando naso ed orecchie a quei buchi.

Se esiste una colona dedicata al diavolo per par condicio ne esiste un'altra dal sapore biblico. Questa è ubicata all'interno della medesima Basilica, situata sulla sinistra, all'altezza del terzo pilastro della navata principale. La sovrasta il serpente di bronzo che, per vox populi, sarebbe stato forgiato da Mosè in persona per scacciare i veri rettili velenosi che durante i suoi eremitaggi nel deserto lo avrebbero tormentato. A portare il prezioso cimelio a Milano sarebbe stato l'arcivescovo Arnolfo, il quale si era recato a Bisanzio intorno all'anno mille, per rendere solenne omaggio alla principessa Stefania, discendente di Costantino e promessa sposa di Ottone III. Questo matrimonio non fu mai celebrato, in quanto lo sposo morì mentre Arnolfo stava compiendo il viaggio di ritorno nella città di Milano.
Nonostante l'evento luttuoso il dono in questione rimase nel capoluogo meneghino e il serpente diventò a sorpresa uno dei simboli più conosciuti della stessa città lombarda.



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