L’autrice Lidia Ravera nella sua ultima
fatica letteraria dal titolo “l’amore che dura”, edito dalla Bompiani,
snocciola, con grande garbo e delicatezza, un assioma difficile da smontare,
ovvero che i sentimenti autentici non tramontano mai, anzi anche nelle
avversità più dure della vita possono fiorire in altri piccoli miracoli
inaspettati.
Ma che cosa contraddistingue, dunque,
un grande amore? Dove per grande amore la stessa scrittrice intende un
sentimento genuino, che, al di là di una separazione, continui a produrre
nostalgie e ricordi indelebili.
Questa domanda, dalla trama assai
complicata per la mente ed il cuore umano, è dunque il reale punto di partenza
del pregevole testo della Ravera.
I protagonisti principali de “l’amore
che dura” sono Emma e Carlo. La loro storia ha un non so che di magico, i due,
infatti, si sono innamorati da giovanissimi con l’eterna promessa di stare
insieme, mano nella mano, per sopravvivere alle stesse intemperie della vita.
E questa meravigliosa liaison amoreuse
dura per ben quarant’anni, venti dei quali passati come marito e moglie.
Ma, purtroppo, come nelle moderne
favole, il lieto fine, il più delle volte, lascia il posto ad una malinconica amarezza:
Emma e Carlo, sopraffatti dalla routine e da una certa oscura incomunicabilità,
decidono di separarsi. Si può tranquillamente affermare che la loro rottura è
prettamente fisica, nel vero senso della parola, e non emotivo_ sentimentale
come avviene nella maggior parte delle coppie in rotta di collisione.
Di fatti la donna rimane a Roma per
continuare nel suo lavoro di professoressa; mentre l’uomo lascia l’Italia per
approdare a New York, dove intende realizzare il suo più grande sogno, ossia
quello di diventare regista.
L’obiettivo è raggiunto! Carlo gira
molti film, ma sarà solamente uno di questi a rimescolare e a rimettere in
gioco le carte nella difficile partita tra lui ed Emma.
Difatti la donna, dopo essere venuta a
conoscenza di un alquanto sgradevole film, che tratta, in modo spensierato e a
volte troppo spregiudicato, della sua
love story adolescenziale, si sente male e comincia a coltivare nel suo io più
profondo una pericolosa serpe in seno . È come se la medesima fosse stata
violentata, defraudata o svenduta al miglior offerente da quello stesso Carlo,
che aveva sempre portato in palmo di mano, perché essenza sublime del suo
stesso amore.
E allora la donna, offuscata da un forte
senso di rabbia, pensa di vendicarsi ad ogni
costo. Così su di una rivista online decide di affossare per sempre il lavoro
di Carlo, con una stroncatura beffarda e ben scritta di quel suo film, così
poco gradito.
Nel frattempo Carlo, venuto a sapere di
quell’azione sconsiderata ordita da quella donna suo unico vero amore, è
arrabbiatissimo e in un certo senso si sente vinto intimamente.
Si potrebbe quasi dire che si
percepisca tradito ed usato.
E
non gli importa nulla se la sua donna, quella Emma così amabile e compita,
abbia comunque deciso di non nascondersi più e di mettere finalmente una pietra sopra all’accaduto,
magari anche scusandosi.
E così l’eroina della Ravera riesce,
con la sua naturale astuzia al femminile, nel suo intento: finalmente avrà
l’occasione giusta per essere vis à vis con il suo grande amore.
Ma in realtà le scuse non sono altro
che un’operazione misteriosa che la stessa Emma prepara e studia nella sua
mente di donna tradita. Quel colloquio, stile Canossa, non è altro che la
voglia folle di sviscerare un qualcosa di non detto che si riferisce al
passato.
Al rendez-vous la nostra Emma va in
bicicletta, avvolta in un comodo gilet di velluto. Con lei porta una borsa che
contiene quattro quaderni neri, nei quali è riportata una scottante verità.
Il caso però ci mette lo zampino e a
causa di un incidente l’appuntamento rischia di slittare.
Un libro d’amore e di pathos che
avvince lo stesso lettore, tenendolo col fiato sospeso e che gli impone una
serie di quesiti: riusciranno Emma e Carlo ad incontrarsi e a mettere
finalmente a nudo tutte le carte del loro amore? E soprattutto qual è quel nodo
che continua a tenerli uniti dai rivoluzionari anni settanta al disincanto dei
giorni nostri?
La chimica dei corpi e dei sentimenti,
nell’ambito umano, è un territorio
dannatamente minato e “l’amore che dura” è la cronaca di una relazione
intima raccontata dalla stessa autrice,
con sagacia e veridicità ideologica, sullo sfondo dei profondi cambiamenti
culturali dagli anni settanta ai giorni nostri.
Un romanzo ben scritto che ti prende e
ti cattura pagina dopo pagina, capace di analizzare in modo brillante e
puntuale anche le dinamiche più segrete di una realtà tanto complessa quanto
quella dell’amore, col grande merito di essersi avvalso di un ritmo serrato,
tipico di un thriller di ottima fattura.
Lidia Ravera è diventata famosa nel
1976, quando scrisse “Porci con le ali”, realizzato a quattro mani con il
collega Marco Lombardo Radice.
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