RECENSIONE


Manuela Caracciolo, fine scrittrice ed abile narratrice nasce nella città  di Asti. Dal 2007 scrive per giornali locali e per alcune testate americane come La Voce di New York e America24 giornale appartenente al Gruppo Il Sole 24 Ore. Cura la comunicazione di alcune realtà nell’ambito della cultura e dell’enogastronomia. E’ anche pregevole autrice di molti racconti e poesie.
 Ha pubblicato nel 2017 il romanzo “Quella notte a Merciful Street, edito dalla Trenta Editore. Mentre per quanto concerne” Tutto ciò che il paradiso permette”, la sua ultima fatica letteraria, va assolutamente ricordato che la stessa può vantare di aver vinto il Premio Zanibelli 2018 per la narrativa inedita.
In una recente ed interessante sua intervista, Manuela Caracciolo ha dichiarato che la sua stessa esigenza di scrivere non è altro che una sorta di legittima autodifesa! In realtà l’autrice, come quasi tutti coloro che amano scrivere, ha potuto comprendere sulla sua pelle, fin dalla sua tenera età, la ricchezza della lettura, l’importanza dell'immaginazione, la bellezza dell'immedesimazione e quel sottile fascino dello scoprire nuovi mondi. A suo parere è come se ci si trovasse all’improvviso immersi nel meraviglioso intreccio de “La storia infinita”. Manuela Caracciolo ha sempre creduto che i musicisti, i registi, insomma gli artisti in generale avessero quello strano potere di portare la gente comune in un’ altra dimensione, come se in loro stessi  albergasse una specie di strana e sensazionale magia, capace di sedurre l’animo umano. E’ per questo motivo che la stessa romanziera ha deciso di iniziare a scrivere, per poter finalmente raccontare tutto ciò che la sua stessa immaginazione creava, sognava, con l’intento inaspettato di far sentire il lettore, in primis, parte attiva del suo viaggio esistenziale, della sua narrazione, per regalargli quindi dei veri e propri compagni di viaggio.
La Caracciolo, sempre in questa sua sentita intervista, dichiara apertamente al suo intervistatore che le sue medesime scelte in materia  di luoghi e di spazi narrativi si sono sposate da subito con la stessa trama.
Infatti  questo romanzo trae le sue proprie origini dalla stessa adolescenza della scrittrice . La ragazzina Manuela aveva 13 anni e  voleva diventare una valente romanziera. Erano gli anni 90 e lei, come le ragazzine di quel tempo, adorava alla follia, quasi pazzamente gli “U2”. Era ritornata da poco dall’Irlanda, la terra natale della sua band del cuore ed era rimasta sinceramente affascinata sia dai paesaggi che dalla gente. Insomma una melodia di colori che si miscelava con grande entusiasmo col carattere di un popolo, che era in procinto di risollevarsi dopo anni di guerra. Manuela stava dunque vivendo un Paese, che nonostante tutto non smetteva di lottare e di creare emozioni, attraverso quella voglia di fare musica ad ogni angolo di strada del suo gruppo prediletto. L’Irlanda diventa dunque il luogo perfetto per la rivoluzione, anche intesa in chiave personale. Mentre la scelta della città di  Nizza avviene perché questo posto è un sinonimo, assai importante, di momenti molto romantici vissuti da Manuela.  Nizza ha dunque un fascino particolare, un’aria  un po' snob e raffinata, ma una città in cui ci si può rifugiare tra le sue vie che conducono al mare, nelle botteghe e tra le bancarelle del mercato antico. Ci si trova perciò in una sorta di meraviglioso mondo segreto. Poi, nel romanzo ci sono anche altri luoghi … Al lettore l’onere di scoprirli!
Per quanto riguarda l’economia dei personaggi, si può affermare che in ogni personaggio che la scrittrice medesima crea c'è qualcosa di personale e di intimo. Non è necessariamente autobiografico, ma sicuramente ognuna di queste creature letterarie riceve nel proprio dna un non so che del proprio creatore.
Occorre poi lasciare che questo non so che di magico donato dalla penna creatrice si evolva con naturalezza , lasciando che cresca e parli in modo autonomo, praticamente la Caracciolo lo accompagna ad una lenta e costante autodeterminazione, come se fosse un figlio da crescere. Certamente,la figura di Harrie è molto simile all'adolescente Manuela, e sicuramente anche ai ragazzini che siamo stati noi. Harrie è tenera sognatrice, una ragazzina ossessionata, il più delle volte insicura, molto innamorata dei concetti astratti; ma anche fanciulla coraggiosa e istintiva.
L’occasione che l’autrice ha sempre cercato nel suo spasmodico desiderio di affermarsi come apprezzata autrice avviene quando la stessa ha l’occasione di pubblicare con una importante casa editrice; quando cioè si vede sostenuta nella promozione, nell'editing, per poter così partecipare ai festival letterari e alle presentazioni.
La Caracciolo comprende in questo modo che scrivere oggi non è solo mettere insieme una buona storia, ma adoperarsi per farla conoscere, per incuriosire le persone ad entrare nel proprio mondo. E proprio una sollecita collaborazione con il team di Cairo l’ha fatta sentire davvero tra amici, avvalendosi di collaboratori caratterizzati da una grande professionalità e disponibilità, tipica di quanti amano il proprio lavoro.
La trama racconta la storia di Harrie, un'adolescente con grandi occhi blu e capelli rossi. Lei vive in un mondo tutto suo, fatto di sogni, di favole, di film e di tanti interrogativi su una madre purtroppo mai conosciuta. Mentre Paul non è altro che un giovane instabile e annoiato, frontman dei Purple River, uno dei gruppi musicali del momento. Lui si ritrova a fare i conti con il prezzo della celebrità tanto inseguita e decantata, anche se poi la stessa avvelenerà la sua fragile esistenza. L’incontro di queste due anime avviene per caso o per volere del destino.
Da quel momento i loro cuori esploderanno "come stelle nella notte" e spontaneamente nascerà quel forte desiderio di fuggire insieme a Nizza, città sdraiata sul mare, tanto luminosa quanto elegante da apparire come una specie di paradiso.
Tutti li cercano: Emma, la zia di Harrie che l’ha cresciuta dopo la scomparsa della madre; Samuel, il manager della band, che tenta in ogni modo di proteggere il gruppo da scandali e danni d’immagine, e infine  Cordelia, affermata giornalista dal passato segreto, sempre a caccia di gossip sulle rockstar. Tutto ciò che il paradiso permette è dunque la storia di una passione travolgente come solo può esserlo il primo amore, un sentimento  che prende corpo sullo sfondo degli anni Novanta. E Dublino e la Costa Azzurra, divengono simbolo dell'ombra di una malattia subdola, che si insinua nel tessuto dello stesso racconto, come l’ io narrante,  una protagonista sommessa, che presto alzerà la voce.
Un libro bello e coinvolgente; si legge tutto d’un fiato, adatto anche come lettura estiva sotto l’ombrellone.



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