“Elton
John” di Tom Doyle, edito dalla Sperling&Kupfer, vuole essere un ritratto
appassionato, dietro le quinte, di un mito del rock, che da ragazzo
“imbranato”, ma con uno straordinario senso della musica, ha saputo
trasformarsi in una popstar di fama mondiale; insomma la moderna versione della
favola del brutto anatroccolo.
La vicenda si snoda nei
favolosi e contrastati anni Settanta riportati in auge dalla sagace penna di
Tom Doyle, giornalista inglese specializzato nelle biografie dei big della
musica, e parte dalle numerose interviste inedite al cantante e a persone a lui
vicine.
Il volume ha senz’altro il
merito di rievocare le fasi cruciali della scalata alla walk of fame di Reginald Dwight, questo il vero nome della popstar
britannica, nata a Pinner vicino a Londra.
Stando
al racconto di Doyle, l’artista di Rocket man aveva tutto, tranne il
temperamento da divo. Eppure Reginald era dotato di un talento così prorompente
da riuscire a trasformarsi nel divo della musica pop che tutti noi oggi
conosciamo. Ma in che modo è avvenuto ciò?
Costruendosi una nuova
identità fatta di abbigliamenti strani ed appariscenti , capelli stravaganti,
stivali con il tacco.
E piano piano, come in una
favola che si rispetti, cominciano ad arrivare gli album, le hit e quei
concerti che lo andranno a consacrare nel gotha del rock, già a partire dalla
prima e spettacolare esibizione avvenuta al Troubadour di Los Angeles il 25
Agosto 1970, per proseguire con i tour degli anni Settanta-Ottanta.
Eppure
il successo non è solamente adrenalina e gratificazione allo stato puro, il più
delle volte porta con sé un lato oscuro ed Elton non fa eccezione.
Sono
gli anni famigerati degli eccessi, della droga, della presa di coscienza della
propria omosessualità, ora dichiarata con orgoglio, ma prima timidamente
sussurrata. E non dimentichiamoci neppure che in questo difficile momento di
vita del cantante, fa anche la comparsa il male del secolo, ossia quella
terribile e subdola depressione che sapientemente viene occultata dal suo
stesso staff.
Davvero interessante è
vedere come Tom Doyle sullo sfondo di questo meraviglioso ed intenso ritratto,
trovi una sorta di astuzia per far emergere figure significative legate in
diversi modi al protagonista della sua narrazione … si da artisti del calibro
di John Lennon fino ad arrivare a mostri sacri come Steve Wonder e Bob Dylan.
Ma non bisogna neppure
dimenticare che un personaggio come Elton John ha saputo pure guadagnarsi una
certa fama ed un certo rispetto da alcuni esponenti di spicco della medesima
Casa Reale britannica: dalla principessa Margaret alla stessa Regina Elisabetta
II, la quale lo ha anche insignito del grande onore del titolo di Baronetto.
Anche se il rapporto più
stretto, più sincero ed esclusivo il cantante lo aveva con la compianta Lady
Diana Spencer, sua grande amica e confidente. Memorabili e struggenti le
accorate note di “ Candle in the Wind” intonate con grande emozione e dolore il
giorno dei solenni funerali della “Principessa del Popolo”.
Elton
John è dunque vocalist, compositore e pianista di comprovato talento, non a
caso a tutt’oggi viene considerato il più grande cantante inglese dai tempi di
Paul McCartney.
Perché leggere questa
biografia? Perché non è mai banale o scontata … non si limita semplicemente ad
una fredda e cerimoniosa descrizione del divo, anzi è proprio tutto il
contrario. Chi legge questo racconto di vita vissuta ne rimane totalmente
affascinato e colpito in senso positivo, in quanto le vicende narrate
emozionano, toccano l’animo e appassionano.
Questo è senza ombra di
dubbio un testo per cultori o per fan devoti; ma io mi auguro che anche i
giovani di questa generazione trovano la voglia e lo stimolo per incontrare,
conoscere ed apprezzare un’artista che ha fatto della musica la sua ragione di
vita e il suo manifesto più intimo di essere umano.
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