La marchesa di O..

  E’ la storia della Marchesa vedova di O. La donna scopre di essere incinta senza conoscere modalità e tempi dell’accaduto. Così, in preda ad una disperazione interiore e alle perplessità di una donna in balia di profondi sensi di colpa,architetta un macchinoso disegno per ristabilire il nobile senso della verità. Attraverso un accorato appello mediante stampa, invita il padre del nascituro a farsi conoscere...e lei per non recare alcuna sorta di scandalo  alla famiglia di origine lo sposerà. La parte finale di questa avvincente storia al femminile non è altro che un ben congegnato  flash back che ricostruisce ad incastro gli avvenimenti salienti di questo dramma che strizza l’occhio all’assurdo della vita. Stupendo il gioco di Von Kleist...una parabola ascensionale di detto e non detto, di conscio e  inconscio, di sogno e realtà.
   L’Ambientazione è una città indefinita del Nord Italia, il cui nome  inizia per M... potrebbe essere dunque Milano come Mantova o Modena. Infuria la guerra, alcuni fucilieri russi penetrano  nella fortezza, dove la Marchesa rimane isolata. La donna viene accerchiata dai soldati. Giunge un ufficiale che la porta in  salvo. Lei ha un mancamento e lui la affida nelle amorevoli mani delle donne di palazzo. La famiglia della marchesa lo ringrazia per il suo gesto. Il valoroso conte ne rimane lusingato, ma il combattimento lo reclama e lui torna sul campo di battaglia. Trascorre inesorabile il tempo e la Marchesa si scopre così in dolce attesa. Lei vuole agli occhi di una società spietata e tremendamente maschilista riabilitarsi e far sì che quella creatura innocente, figlia forse di una violenza, non debba mai vergognarsi del suo esistere.
Nel frattempo il conte ritorna...chiede udienza alla marchesa proclamando a gran voce il suo amore senza riserve...L’onore della nobildonna è salvo, il matrimonio riparatore verrà celebrato.
   Romanzo che si lascia leggere tutto di un fiato...pathos che si eleva in un turbinio di emozioni e passioni che lasciano il segno...   il fluire dei sentimenti e l'incalzarsi degli avvenimenti sono ben disegnati nel ritmo precipitoso del linguaggio che non utilizza pause neppure quando incombe  il discorso diretto. Il romanzo presenta solamente una pausa importantissima, definita da una linea di sospensione che può sembrare quasi impalpabile; in questa pausa succede tutto. Il regista Rohmer ne ha ricamato un film silenziosamente erotico nella sua vellutata castità.



Una recensione di Marcello Caccialanza

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