PARTE TERZA:
LA VESTIZIONE
Lei ANIMA VERA – elegantemente
SIGNORA- ...timidamente impaurita,
zampillo improvviso...osservava orizzonti, nascondendo emozionalità
elevatamente eteree...
Mentre Tu volteggiavi feconda ed estasiata in quella
GRAZIA variopinta... non troppo lontano
da MADRE CELESTE ...deambulava in mesto ragionamento di sensi
appesantiti ...AMBASCIATRICE di infanzia abbandonata e già nella mente bacata di quel SATIRO
d’indole ignobile –reso imbecille da vanesia ESSENZA di TE - scattava furtivo
quel meccanismo assurdo di rapimento di cuore...da assolvere nella fitta
oscurità di quel bosco assatanato di battaglie a due voci...nella piacevole
sensualità di corpi e di pelle in danza ammiccante di unione celestiale in
clamorosa melodia di note preziosamente assemblate ed gentilmente incastonate
in quello strano MIRACOLO di un pentagramma disilluso...ecco un MISTERO mai
svelato!
Camminava ... camminava nel ricordo
appiattito di quella pioggia di emozioni tradite che si celavano silenti e
sinuose nel miagolio incessante di quel gattino che invocava il SUO profumo..
La sua mano pallida e fragile era
stata baciata da quella maschera di UMANA CONSOLAZIONE ) nel meraviglioso
girotondo a due ruote in quel splendor di CITTA’ ETERNA superba nelle sue mille
gesta che violentarono più volte la
STORIA !
Piccolo gioiello di bimba affranta
aveva lei stessa nel sesto anno di gentil estate subito quell’onta alquanto
immonda di quel grande ABBANDONO ...uomo vigliacco, padre indegno aveva chiuso
– senza se e senza ma- animo perso ad amor controverso...mentre quella madre
vestita di fierezza leonina svendeva la sua bontà di atti in fredda
autorevolezza di sé ...e lei fragile figlia devota di quel SECONDO ORROR soccombeva giorno dopo giorno ...ferita e
martoriata in quei valor di FONDAMENTO
...
Oh bimba malinconica ...teneramente
stella che non riusciva per diffidenza propria a goder di sua luce di beltà:
troppo magra ti vedevi...con quel naso irregolare ... e per gran vergogna di sé
...di si tanta altezza ...proprio tu ti nascondevi –sola e sconfitta- nella
melensa sera di quei tuoi cupi pensier...
Fosti così moglie addolorata e madre
sconsolata nel turbinio improvviso di quelle due solenni unioni malriuscite a
causa di quel malvagio sortilegio scagliato a bella apposta da infingardo
GIULLARE vestito a festa !
E così attimo dopo attimo moriva
dentro di te ...lento e costante...quel variegato DESIDERIO di tenerezza
matriarcale...quel variegato DESIDERIO di una famiglia da copertina...unita ad
ogni costo in una reclame senza tempo e senza storia!
Ma perché ora –oh AMBASCIATRICE
d’animo buono- in solitudine di questo tuo pacato esser vagabonda di spirito e
di mente ...elevi tuo mesto sguardo assente in meravigliosa fotografia di
eternità ritrovata?
... E lentamente nel buio di una
confessione mai cercata... una stella in lacrime si avvicinava in cerca di un
dialogo ...in cerca del respiro di un cherubino infatuato...
Gentil SALMA in purpurea veste di rosa appassionata
appariva a quel mondo a lei riconoscente... tacitamente addormentata: supina
giaceva delicatamente nascosta in quel letto di cedro antico benedetto da sorte
amica e adornato da quel nugolo impazzito di mille e mille cristalli di luce in
convinta devozione... nel segreto silenziosamente custodito da una nuvola di
fiori di campo...
Tutto profumava ...ogni cosa odorava
di te...ogni essere reale o irreale inebriava quello sperduto pianto di
nostalgia della tua arte... e quella tua folla da sempre di te innamorata
...ammutoliva vinta al tragico pensiero di quel vuoto incolmabile...
Viso d’angelo...e sorriso fatale in
preziosa ELEGANZA di donna piacente...amoreggiava stordito con SONNO
d’ETERNITA’ nella perpetua CONVINZIONE che presto proprio lei incontrerà di
nuovo AMOR FEDELE, compagno terreno di
una vita esemplare!
Lui encomiabile Dono di un’ESISTENZA
linda ...di sicuro già l’attendeva lassù ...con cor ansioso...lassù dove LA SIGNORA DEL DIVIN AMORE componeva la sua SACRA CANZONE ...
Meraviglioso era quel gaio coro di
Cherubini in felicità di esserci sulla scena di quel MIRACOLO tanto atteso ...che guardava a TE –oh MUSA DELLA SETTIMA
ARTE- ...in leggerezza di parole ed in armonia di impalpabili sensi...
E tu, ultima ROSA senza spine, potevi
sentir intonare a tua gloria quell’immortale inno di una amorevole festa
annunciata dalla benevolenza di quel lieto FATO...mentre quelle piccole e si
tanto pacate creature di BENE INCONDIZIONATO
si prostravano giubilanti nella obbedienza più sincera a TE e alla TUA
VENUTA...perché eri MUSA irrinunciabile di STILE e di VERITA’!
Sincero ricordo di TE in quelle cento
maschere d’autore ...da suora a magistrato ...da imprenditrice a Nobildonna...
immagini ed emozioni senza fine in quel mio dolce naufragare in memoria di ARTE
certosina...
Talento puro nella macchinazione
assai concreta di artefatti proibiti per immensa bellezza d’intensità! Volubile
castigo di regista in solenne tua ADORAZIONE!
Coriandoli infiniti di melodia
mistica ...vita/favola abbellita da quelle note lette e rilette in magica
chiave armonica...
Canto sublime di ANIMA spettacolare
...spirito libero e senza macchia in beltà di cuore ...sempre e selvaggiamente
innamorato pazzo del poi!
Sinfonia di fascinosa creatura
smarrita in quei tormentati spasmi ancestrali di BONTA’ CELESTE...una intima
CONVERSAZIONE con la più piena consapevolezza di sé!
Voglia graffiante di una ancora
vergine esplosione di quella femminilità disarmante...allucinazione impropria e
feconda di quel gioioso SORRISO in prurito divino...che si intersecava a
sorpresa nella lucida ragnatela avvolgente di MISTERI senza spazio orchestrati
ad hoc da una MANO DI VELLUTO primitiva... dono imperscrutabile di un DESTINO
claudicante....Notte di NOZZE SANTE in solenni enigmi affezionati a quella
DANZA TRIBALE improvvisata...
Nel mentre quelle due anime perse di
giovane fattura vinte e sfatte da una vita bastarda brillavano in quei fasci di
luce opaca che tremava nella sfarzosa precarietà di un ARCANO appena dipanato!
Una veste di pizzo bianco..e bionda
chioma raccolta in chignon su cui trionfava
corona di rose blu...risplendevano rapite nel fragil pensier di
Principessa delle Nevi e di Ancilla assai devota ...
Sussulto momentaneo di cielo in
fermento...terra in fertile innamoramento di fiori appena sbocciati...notte e
giorno in miracolo di danza occulta...propiziavano al mondo intero...nuova e
gentil ANIMA in erba...e lei più bella
che mai evaporava leggera e beata nella MALINCONIA eterna ...salutando con
garbo e sobrietà quel corpo fascinoso che andava lento ed inesorabile scemando
nella rimembranza di una vita in eleganza!
Perciò LEI NOSTRA SIGNORA DELLA
MONTAGNA elargiva commossa quelle lacrime affezionate!
Ed io in questa esplosione di GRAZIA
vedevo quell’angelo roco sbadigliare attonito istanti imperdibili di allegrezza
senza ritorno...campana di vetro si apriva all’orizzonte ignoto in quel suono
sbarazzino che si inchinava nell’inatteso giubileo di fresche risate in
astinenza... di un amore caldo e sincero ...mentre LEI MUSA DELLA SETTIMA ARTE
splendidamente discreta e ingenuamente compita indossava manto di stelle e
foulard di rose gialle...abbellendosi in quei fulgidi lampi di respiri di bosco
che odoravano di ETERNITA’ più volte evocata!
Orsù oh Anima bella discendi le scale
della menzogna e varca felice e contenta quella parete di ovattata omertà per
poi finalmente ricongiungerti con assordante semplicità alla parte più nobile
di tua generosa bontà in quel genuino valzer negato di verità cercata e bramata
ad ogni costo!
Meravigliosa Anima di candore adorna
risvegliati e trasuda luce originaria di antico innamoramento di fertile
compiutezza...
Ed io in brivido di momenti sognati
scorgevo quei due giovani ribelli di
celeste fattezza giungere commossi a TE
in sguardo adorante di sensazione senza freni...
Figli di due Americhe così vicine e
lontane...superbi dentro nella certezza di aver rappresentato a pieno titolo
per gesta estreme imprescindibili fautori di una libertà assoluta si carica di
meraviglia da interpretare...
Due piccoli mondi di utopie senza
gioia che invano avevano ceduto senza se e senza ma a quelle quattro lusinghe
di una fasulla chimera senza volto...
Angeli e demoni ....paradiso ed
inferno... avevano dunque boicottato la loro vanesia giovinezza scaraventandola
con grande veemenza contro la volgarità di vizi poco edificanti che li avevano
avvolti senza preavviso –come dei folli qualunque in ingombrante camicia di
forza- in quella stupidità cronica senza ritorno!
Guardali adesso- oh candido fiore
troppo presto reciso da quel folle giardiniere ubriaco- come sono belli e
sereni ...per la prima volta si sentono davvero in armonia con sé stessi!
E tu << signora del sorriso che
conquistava>> ...madre nobile di cuore...donna fiera e nonna
amorevolmente accattivante ti commuovevi alla stessa stregua di quella bimba
che vedeva per la prima volta cadere quella silenziosa neve in un Natale di velluto rosso...
Non temere nostro sempre caro
rimpianto proprio loro giovani e ribelli son qui in questo attimo di eterna
contrizione per donarti quella gioia suprema che ti spetta per nobiltà di
spirito...quella gioia suprema di mistico viaggio in preludio di Stella Madre
che presto...molto presto...e di ciò ne sono certo...condurrà tuo incantevole
sguardo di Fata a SACRE NOZZE con BONTA’ CELESTE!
Non piangere dunque oh ANIMO
rigoglioso e godi in placido silenzio la di te immagine che sfuma con dolcezza
nell’assurdo MISTERO di quel POEMA tutto da scrivere e da decifrare!
Stranezze di magie indolori di un
mago assai distratto ...nella nebbia concubina di una attrazione irripetibile
...nascoste nell’oblio di mezze ostilità due anime in nero...si perdevano
dunque in quel lacrimar di spiacevol rimembrar... malinconica esistenza sognava
ad occhi aperti nuovi traguardi, futuri orizzonti, sputando veleno all’oscurità
perversa...nel mentre cuore di donna in borghese respiro ...essendosi
nuovamente vista negata...tradiva quell’effimero tormento di ossessione velata!
Paradossalmente sposa ingannava
utopia ignara, sbeffeggiando fantasia
uggiosa paurosamente celata...e volteggiando civettuola in istrionici voli
pindarici!
Il nulla meschino profetizzava quei
sudici e paludosi pensieri ...eretico erotismo rapiva ancestrale tramonto dei
sensi...e MADAME afflitta ascoltava invidiosa risuonare nel vento la fragile
canzone della Virna trionfale... appassionata melodia che si infrangeva nella
disillusione di un mondo che non c’era più! Lei piacente scintilla di un
Flaubert ispirato intonava con tono mesto un inno che rompeva in due quel cuore
impaurito di una intera generazione allo
sbando...le cui note applaudivano involontariamente quel passato così
maledettamente lontano...
E lei in solitudine aulica dipingeva
quella donna inconsapevole che era svanita nel buio del suo sentirsi
inadeguata!!
Più triste che mai lei idealizzava
quella fuga rocambolesca che l’avrebbe poi di certo condotta nell’estasi di
sicuro più torbida di quell’ultimo rito orgiastico di amazzone inebriata e
soprattutto confusa...
Emma percepiva l’esile voce di un
lamento tardivo e molto lontano dal suo corpo tremante...
Ma –dicci oh Emma – chi eri tu?
Eri il non senso di un sorriso che
profumava di limone acerbo...mentre l’impiccato chiudeva gli occhi alla
vita...eri la sconfitta dichiarata di un gesto d’automa imbarazzato...nel
momento in cui si apriva una finestra rotta ed entrava a tradimento
quell’ultimo raggio di sole...eri quel motivetto stonato di un perdente
qualunque che vomitava l’ennesimo bicchiere di una verginità mai posseduta...
Ma chi eri Emma veramente?
Un pensiero ancora intonso...e
l’inchiostro profetico scivolava incredulo su quella pergamena di un’altra
pecora portata al macello della stupidità gratuita...e lei per noi mortali
senza spina dorsale si mostrava nella sua luce più segreta!
Albero di pesco nuovamente fiorito si
immergeva incredulo nella tua veste di rose selvatiche e tu entravi a gamba
tesa nel cuore malato di quanti incontravano nel loro cammino il tuo volto
tumefatto dalla vita e ne restavano profondamente
turbati...estasiati...praticamente soggiogati dalla tua gentil BELTADE!
I violini d’avorio suonavano a più
riprese la tua melodia e a noi sciocchi moralisti tutto ciò appariva strano!
E quel cielo commosso si scopriva
nuovamente stellato...quel giovane artista – amor fuggente- accarezzava
gaudente quelle tue morbide gote color de l’alabastro...
Aquilone dono di un felice presagio
volava alto in quelle fiere piaghe di questo mio animo traviato...c’erano tutti
alle tue SACRE NOZZE oh SORRISO di amoroso vermiglio...
Anche se il saccente aveva distrutto
parte di quel palazzo incantato e tu madame- figlia di penna malandrina,
vestita in goduriosa estasi di fantasiosa primavera, adornata d’ allegrezza di
scrittore in preda a delirio di onnipotenza- ti rinchiudevi per gioco o per
dispetto nel guscio dell’umana follia...
Dov’era il BASTONE del SAGGIO? ...nel
pianto di FREYA! Qualcuno aveva rubato il NETTARE di FRICKA...
Nella fertile terra DONO della NOSTRA
SIGNORA DELLA MONTAGNA un gioielliere d’alto rango aveva creato con minuzia
d’ingegno quell’opera d’arte incastonata nel nulla di una semplicità
contadina... tra i monti galeotti stava la cittadella alta che vegliava così il
tuo NOBILE RESPIRO...
Guarda Emma quei due giovani amanti
che avevano dunque aperto quel loro cuore puro...sanguinante di passione assai
focosa...alla meraviglia di Piazza maestosa ...impavida...ferma nel muto
trionfo di quell’artifizio bagnato dal colto lacrimar del Werther Prussiano...
Un pallido sole sputava le sue
nevrosi e la fontana avvolta da una strana magia zampillava gli ultimi acuti di
una pace perduta...mentre il LEONE ALATO sventolava in cima a perduta TORRE
tantrico vessillo di assopita DISPERAZIONE...
Otto amanti tuoi oh SIGNORA DELLA
MONTAGNA volevano ad ogni costo un TUO BACIO amorevole...ma quel mondo bastardo
li derideva uno ad uno...come poveri pazzi in camicia di gran gala!
Miseri e disgraziati avevano invano
tentato di distruggere quelle immonde catene di schiavitù repressa... affinché
TU PENSIER DI PASSIONE d’altro tempo potessi ancora giocare in libertà di
senno...in quel maniero di carta velina! Affinché proprio TU potessi guarire
finalmente la TUA
gente da quella apatia di vittime e di
carnefici!
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