Il romanzo "Non chiudere gli occhi" di Mary
Higgins Clark e Alafair Burke”, capolavoro indiscusso per pathos e
coinvolgimento emozionale
è costruito
in modo certosino ed è impreziosito da un lessico e da una struttura narrativa
che gira intorno a un caso di cronaca accaduto quindici anni prima.
Inconsapevole e
sfortunata protagonista di questa tragedia degli equivoci è una giovane donna
del tempo, la quale per uno strano meccanismo a incastro difficile da decifrare
e da spiegare è stata accusata di aver compiuto a sangue freddo l’efferato
omicidio delsuo grande amore,
il compagno di una vita, Hunter all’anagrafe.
La coppia era prossima
alle nozze, era solida, felice e spensierata, tanto è vero che il fattaccio va
giocandosi dopo una divertente e appassionante serata di gala.
I due giovani belli e
ammirati rientrano nella loro sontuosa e ben arredata residenza e proprio in
quella notte di stranezze… Hunter viene freddato con un colpo d’arma da fuoco.
E così per Casey si aprono le danze e molto dolcemente si spalancano anche le
porte dell’inferno.
Maledetto il destino!
Lei era l’unica persona presente nell’appartamento della sventura.
E cosa più grave
durante la serata in questione alcuni testimoni l’hanno vista abbandonarsi ai
piaceri dell’alcol, apparendo dunque in condizioni alquanto discutibili agli
occhi dei molti presenti.
La polizia non demorde
ed effettua indagini assai approfondite in merito all’intera faccenda,
spulciando ogni minimo frammento dell’intero caso.
Ma tutto, ogni
piccolissima prova e circostanza sembra inevitabilmente far pensare al peggio,
ossia che Casey sia l’unica e la sola assassina.
Ma alla sfortuna non
ci si può sottrarre, addirittura nel suo sangue vengono ritrovate tracce di una
sostanza stupefacente, che potrebbe aver giocato un ruolo di primo piano,
contribuendo in questo modo a produrre quella sorta di raptus omicida, che
l’avrebbe condotta alla soppressione di quel giovane uomo che nel suo piccolo
mondo antico rappresentava una specie di idillio e di ancora di salvezza.
La nostra protagonista viene così, a scatola
chiusa, condannata. Naturalmente il suo
futuro sarà compromesso del tutto, infatti la giovane donna dovrà purtroppo rimanere in carcere per ben quindici anni. E qui, in
questo luogo di perdizione…. La nostra Casey si sentirà come pesce fuor d’acqua
… quasi come se si trovasse in un ipotetico girone dell’inferno dantesco e
dovesse espiare una colpa che fondamentalmente non le appartiene affatto.
Una volta uscita da quell’incubo la giovane donna
prenderà una coraggiosa decisione, ovvero quella di voler ripulire ad ogni
costo il suo nome, purificandolo una volta per tutte da quella cattiveria
gratuita e da tutte quelle nefandezze mal sopportate, dimostrando al mondo
intero che lei non è un’ assassina, ma una donna per bene e che può davvero
camminare a testa alta senza doversi voltare.
Da qui inizia una sorta di rinascita personale, che coinvolge testa e
cuore di un’eroina senza tempo, senza spazio e senza confini
Si
assiste in questo modo ad una narrazione magica, quasi surreale, che in questo
romanzo “Non chiudere gli occhi” assume quasi una connotazione filosofica,una
evocazione spirituale capace di ammagliare ed emozionare quei lettori per
passione, quei lettori di grande volontà che vedono nella lettura non solo il
mero divertimento, ma soprattutto l’occasione più ghiotta per guardarsi allo
specchio, per guardarsi dentro e comprendere le proprie fragilità e i propri
limiti.
Casey
si affiderà a una produttrice televisiva, Laurie, e proprio questa donna sarà
la causa scatenante per riaprire le indagini giornalistiche e scoprire così cosa sia realmente accaduto.
Ma si tratterà davvero di un’altra verità o a
volte la spiegazione più semplice è anche la più reale?
Attorno
alle due donne si può tranquillamente affermare che girano come satelliti
moltissimi altri personaggi.
Infatti
a favore di Casey ci sarà la madre e Angela, la cugina, le quali l’hanno sempre
difesa a spada tratta; mentre contro di lei altri personaggi tramano nuove tele
oscure:si pensi alla famiglia di
Hunter… dal padre al fratello.
Ma ci
sarà anche un socio di Hunter, la segretaria del padre della vittima e molti
altri ancora.
Intricate
indagini giornalistiche rendono il genere innovativo per certi versi, lasciando
nelle mani dell’informazione pubblica la matassa aggrovigliata, mentre la
polizia in questo romanzo è praticamente inesistente, in compenso avvocati e
giornalisti sono al centro dell’intricata matassa da sbrogliare: la parte del leone è loro!
Spettacolare è
senz’altro la dualità delle due
protagoniste, indiscusse eroine del libro: Casey, la donna rimasta nell’ombra
per vicissitudini della vita e Laurie, vedova con un figlio, che deve
ritrovare la strada della felicità, sebbene non vi sia niente che materialmente
la renda veramente felice. Per entrambe, le corde annodate e ben salde del
passato le costringono a una vita in gabbia. Questo pregevole romanzo di Mary Higgins Clark e Alafair Burke
rappresenta l’occasione propizia di avvicinarsi con passione ed interesse ad un
thriller capace di toccare a pieno la tua emozionalità e le tue stesse paure .
È senza ombra di dubbio un manufatto ben concepito, ben scritto….una traduzione magnifica
senza alcuna crepa, un libro che nonostante la piacevole lentezza ti prende ti conquista e ti avvolge.
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