COME UN RITO
PROPIZIATORIO
ARRIVA PUNTUALE
NEL CELERE ESISTERE
DI UN UOMO QUALUNQUE
LUI GUARDA L'OROLOGIO
E CALCIA
QUELL'ULTIMO PALLONE
LE ORE DI LIBERTA'
SVANISCONO
NEI TRATTI INERMI
DI UN VOLTO PALLIDO
IL CANCELLO
DI ROSE GIALLE
CELA
UN UNIVERSO PRIVO
DI STELLE
IL DISAGIO
DI UN FIGLIO
CHE NON RICONOSCE
PIU'
LA PROPRIA MADRE
LEI MINUTA E FRAGILE
NELLA SUA VESTAGLIA
ROSA
MIRA UN PUNTO OSCURO
NELL'ORIZZONTE
ORMAI FERITO
A MORTE
IL SUO SGUARDO è LONTANO
IN PRATI VERDI
E
IN CIELI AZZURRI
LA MATERNITA'
UNO SBIADITO RICORDO
SEPPELLITO
NEL LABIRINTO
DI UNA MENTE
CADUTA
IN UN SONNO ETERNO
LUI LE PRENDE
LA MANO
SPERANDO
IN UN AMOREVOLE
CENNO DI CONSENSO
GRATUITO
LEI ARROSSISCE
RIVIVENDO
L'ESTASI
DEL PRIMO AMORE
...
UN TENERO VALZER
DI LACRIME
LI ACCOMPAGNA
IN QUELLA SERA
INASPETTATAMENTE COMPLICE
E LA DOMENICA
SI CONSUMA
IN UNA MALINCONICA
GIOCOSITA'
DI RICORDI
DAL PROFUMO
DI PINO
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