“Dove il destino non muore”, il nuovo avvincente romanzo di Elisabetta Cametti
K. Dove il destino non muore è l’ultima pregevole fatica della scrittrice Elisabetta Cametti, pubblicato dalla casa editrice Cairo.
Terzo capitolo di una saga assai appassionante e coinvolgente, il romanzo è in grado di suscitare nei lettori più avvezzi sensazioni ed emozioni, capaci di creare un pathos sopraffino. Quindi merita di essere letto, apprezzato, ma soprattutto vissuto con il cuore e con la mente.
La storia prende il via nel momento in cui la meravigliosa Katherine Sinclaire, affascinante manager dell’editoria, viene coinvolta, non per sua espressa volontà, nell’ennesimo “gustoso” intrigo archeologico. La causa scatenante di questa nuova avventura è da rintracciare nella superficialità di un guardiano dei Musei nazionali delle residenze napoleoniche. Il quale è in possesso di un prestigioso reperto di Napoleone Bonaparte, che, neanche a farlo apposta, ingolosisce i membri di una fantomatica e misteriosa organizzazione di sicari. L’uomo, nella sua più folle lucidità, è ben consapevole di essere preda di questa organizzazione, ma è alquanto determinato a non farsi prendere vivo.
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Sarà proprio la nostra simpatica eroina, che lo stesso guardiano ha conosciuto da bambina e ha visto crescere, a diventare involontariamente la depositaria del medesimo tesoro. Peccato, però, che Katherine ne sia all’oscuro.
E questa sua ignoranza sarà per lei fonte di grossi guai, di avventure mozzafiato e di intrighi conturbanti, che rapiranno i lettori e faranno loro bere questo romanzo tutto d’un sorso.
La donna, nel frattempo, si trova nella capitale italiana, impegnata in un gremito auditorium, dove deve presentare al pubblico il suo ultimo successo editoriale.
Di certo non immagina neppure lontanamente che, quando da piccola aveva trascorso alcuni giorni di vacanza sull’Isola d’Elba, già famoso luogo d’esilio del “borioso” Bonaparte, era stata designata in qualità di unica e sola custode di una scoperta che l’imperatore francese fece durante la campagna d’Egitto.
Dunque l’impavida Sinclaire dovrà addirittura vedersela con due società segrete internazionali, che avranno il loro campo d’azione nell’ombra dei secoli.
La prima società segreta sarà così costituita dallo stesso Napoleone con il fine di tutelare fino in fondo l’integrità delle innumerevoli scoperte archeologiche, frutto delle sue avvincenti campagne belliche.
Mentre la seconda sarà assai più potente, un’organizzazione internazionale capace di attentare alla sicurezza di Stati sovrani.
All’impavida protagonista non resterà che una sola opzione per la completa riuscita di questo gioco al massacro; dovrà trovare quella chiave di lettura sempre in bilico tra” il tutto e il nulla”, tentando di risolvere un antico e difficile enigma.
Tutto ciò la porterà a dimenarsi in un’ampollosa e ridondante battaglia, sempre al limite di quella sottile linea di demarcazione, che divide in modo alquanto approssimativo il passato dal presente.
Questo è un romanzo senz’altro accattivante, che ti prende e ti scuote, catapultandoti in una dimensione di follia collettiva, dove presente e passato si mischiano all’inverosimile; dove realtà e irrealtà vanno a braccetto, trascinandoti in un vortice di forti emozioni il più delle volte contrastanti tra loro. Grazie ai suoi fini meccanismi, di una precisione quasi maniacale, questo testo si presenta ben strutturato e concepito, una perfetta “macchina” i cui personaggi diventano ingranaggi insostituibili.
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Elisabetta Cametti ha pubblicato I guardiani della storia, primo romanzo della serie K e suo thriller d’esordio, nel 2013. L’anno successivo, il primo titolo ha avuto un seguito, sempre di grande successo, Nel mare del tempo.
La scrittrice è anche conosciuta nell’ambiente come “signora del thriller italiano” e la sua Katherine Sinclaire viene anche considerata dagli addetti ai lavori come l’effettivo alter ego in gonnella di Robert Langdon, celebre protagonista dei romanzi di Dan Brown.
Elisabetta Cametti è anche una nota e apprezzata opinionista TV; collabora con il settimanale «Nuovo», firmando una rubrica dal titolo
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