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La trama di questo romanzo di Heinrich von Kleist può sembrare ingiustamente alquanto semplice e poco elaborata, ma in verità nasconde nella sua linearità concetti di alta dignità,quali la perenne ricerca della libertà nel pieno rispetto della consapevolezza di sé. Nelle vicissitudini del protagonista aleggia dunque indomita la naturale verità che si scatena nell'io umano durante la privata battaglia tra conscio ed incoscio...tra realtà e sogno. I desideri più segreti divengono perciò motore di meccanismi universalmente incontrollabili...e alla fine il senso della giustizia emerge sempre.

Il principe di Homburg, disobbedendo agli ordini dei superiori, decide di attaccare gli svedesi. Il nemico è vinto, ma il rigido cerimoniale militare incombe sul destino di questo eroe per caso. Homburg per il suo ammutinamento contro le alte sfere viene condannato a morte.
Il principe elettore di Brandeburgo è disposto ad accogliere la supplica per una eventuale grazia, purché sia lo stesso Homburg ad affermare che la sua condanna è ingiusta. Homburg non può fare ciò e quindi è pronto a guardare in faccia alla morte. A questo punto riceve la grazia.
Due sono i personaggi principali di questo romanzo e molti sono i secondari, tutti con un ruolo ben determinato. Il principe di Homburg diviene l'emblema del coraggio e dell'incoscienza giovanile. Non sa neppure di disubbidire a determinati ordini perché non li ha neppure sentiti. Lui è perso in sogni d'amore. E' dunque il non eroe romantico, ha il terrore della morte e, per fuggirla, farebbe di tutto.
Il principe Elettore è il giusto sovrano, simbolo di una giustizia salomonica. E' il padre che ha il dovere di accompagnare il figlio nella vita e ogni tormento di essa attraversa in modo irreparabile gli ammiccamenti della morte. Questo dramma è piaciuto molto alla Germania nazista per il concetto chiave dell'esaltazione all'obbedienza cieca nei confronti dei superiori. Ma ci sono anche altri due personaggi che spingono il lettore ad una giusta riflessione ...il colonnello Kottwitz,il quale difende una tipologia di soldato che non si piega a nessuna forma di disciplina che gli impedisca di rinunciare al suo stesso intelletto; e il conte di Hohenzollern che medita sull'insondabilità della coscienza. Il finale risulta perfetto perché il dramma si chiude nel luogo in cui tutto era iniziato... nel giardino dove il principe sognava l'amore.
Una volta che al principe viene tolta la benda...il tempo d'incanto si ferma... e lui si ritrova ad inseguire dolci pensieri d'amore... forse ha sognato tutto! Nessuna battaglia, nessuna vittoria, nessuna condanna a morte!


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