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Le affinità elettive è il terzo romanzo di Goethe, viene pubblicato nel 1809. Il suo titolo prende origine da quelle affinità  chimiche che fanno in modo di legare alcuni elementi con alcune sostanze a scapito di altre . Il romanzo narra  la vita di una coppia sposata che si trova  a convivere nella stessa casa con un altro uomo e un’altra donna. E proprio questo inaspettato nuovo ménage  porterà inevitabilmente al disfacimento della coppia di partenza e alla formazione di due nuove coppie, che in brevissimo tempo si divideranno a causa  di una serie di eventi avversi che termineranno in modo tragico.

Le due coppie del romanzo sono accomunate dai rispettivi caratteri. Carlotta e il Capitano sono persone votate ad una sorta di serioso pragmatismo, sono l’ emblema della più totale conformazione alla realtà e alle sue regole.  Ogni qual volta compiono un gesto, cercano sempre di non farsi sorprendere dagli eventi e dagli effetti a questi collegati. E proprio una tale visione della vita porterà questi personaggi a troncare quasi subito la loro relazione, perché consci della precarietà del loro legame.

 Di contro, Edoardo e Ottilia sono due anime ingenue, due bambini curiosi alla ricerca di un amore incontaminato. Edoardo, in particolare, cerca una persona capace di  rispecchiarsi in quella sua anima quasi bucolica e vede in Ottilia l’essenza ultima dell’amore, quel sentimento sconfinato che si perde nell’eternità dei sensi. Per Ottilia, invece,  Edoardo incarna quel  padre che aveva perduto in tenera età. Nel romanzo la giovane viene descritta come una persona eterea, un angelo che non riesce a districarsi nel tortuoso labirinto della passione...Non possiede ancora la giusta chiave di lettura per comprendere l’universo maschile,confonde ancora il corteggiamento cavalleresco con le pulsioni più grezze e gli istinti più bassi degli uomini.

Il fulcro del romanzo dell’autore tedesco sta nella gravidanza di Carlotta, nove mesi di solitudine perché il marito ha lasciato il castello, intenzionato a separarsi dalla moglie per costruirsi una nuova esistenza con Ottilia. Il bambino nasce e nella sorpresa generale si notano somiglianze imbarazzanti con Ottilia ed il capitano e non con gli stessi genitori. E proprio questo neonato rappresenterà il tragico punto di svolta dell’intero intreccio narrativo.

Infatti Ottilia, durante un giro in barca con il bambino, avrà uno spiacevole  incidente ed il bambino morirà affogato. Il dolore di tale evento sarà così devastante per la giovane, che, autoaccusatasi dell’episodio, scivolerà lentamente verso un suicidio, causato dall’astinenza da cibo. Tutto ciò provocherà un dispiacere immenso in  Edoardo, che morirà  poco dopo. Carlotta, dimenticandosi della sua sofferenza di madre, di donna e di moglie, li seppellirà uno affianco all’altro.

Perché leggere dunque questo libro? Non solo perché Goethe da saggio della sua maestria nello scrivere bellissime pagine descrittive e riflessive, ma soprattutto perché in questo fiume di inchiostro si respira la vita...ci si guarda dentro interrogandosi sul perché del destino...si mastica l’amore nella sua infernale bellezza, assistendo impassibili all’eterno scontro tra passione e ragione,con la certezza di non avere né vincitori né vinti!


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