passi

 passi stanchi

affliggono

le pareti 

del mio cervello

....

come ragni impazziti

che si rincorrono

su di una ragnatela metallica


rimbombanti colpi

di martello

torturano

il mio riposo di carta


e quelle orme

di zucchero

avvolte nella nebbia

del dubbio

lacerano -senza ritegno-

un cuore ferito

che si nasconde

nel silenzio

di una riflessione tardiva


una voglia irrefrenabile

di correre

a piedi scalzi

verso quella porta

e con la curiosità

del folle

aprirla con rabbia


... accorgersi 

di non riconoscere

il volto

di una presenza

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