“A bocce ferme”, nuova avventura degli allegri detective di Marco Malvaldi
A bocce ferme è la nuova fatica letteraria dello scrittore Marco Malvaldi, pubblicata da Sellerio.
Questo romanzo presenta una struttura narrativa alquanto interessante, in quanto l’intera narrazione si regge con grande maestria su un cosiddetto cold case, ossia un giallo irrisolto che risale a un passato ingombrante.
A bocce ferme vede come protagonisti assoluti dell’intera e intricata faccenda un gruppo di intraprendenti vecchietti “tutto pepe” che si autoproclamano simpaticamente detective ad honorem. E la loro indagine si può dire che parta dalla lettura del testamento di un tale Alberto Corradi, un piccolo imprenditore all’apparenza senza macchia, puro come l’indole di un bimbo appena svezzato. Alle sue ultime volontà il manager ha aggiunto, a sorpresa, un fatto assai terribile che però ha avuto luogo quarant’anni prima: ebbene sì, è stato proprio lui a uccidere il povero padre Camillo, dal quale poi lo stesso avrebbe ereditato la medesima azienda di famiglia. Da allora questa scelleratezza è dunque rimasta senza colpevole.
Desideri migliorare il tuo inedito? Scegli il nostro servizio di Editing
Quando il notaio rende l’intera situazione pubblica, le cose vanno così a ingarbugliarsi ulteriormente, perché il vicequestore Alice Martelli notifica al giudice l’inaspettata rivelazione. Il quale giudice poi, nella piena titolarità dell’esercizio della giustizia, decide di bloccare la successione. Va da sé che essendo, infatti, il defunto Alberto Corradi un assassino reo confesso perde di fatto l’intera eredità e con lui, gioco forza, anche i suoi discendenti, in particolare il figlio Matteo, un politico rampante e di dubbia moralità.
Un attento e curioso lettore a questo punto della storia potrebbe giustamente domandarsi in che modo possa essere coinvolto questo gruppo di vecchietti, divertenti cialtroni e perdigiorno. La curiosità è presto soddisfatta! Gli arzilli detective ricordano perfettamente quel vecchio e tortuoso caso, targato anni Settanta, e cosa ancora più importante hanno anche una visione globale e particolareggiata dell’intricata psicologia della vittima. Il povero Camillo tanto povero non era. Era infatti un individuo alquanto odioso e prepotente, autoritario in famiglia e sul posto di lavoro. All’epoca dei fatti si era perfino sospettato e fermato, come autore dell’assassinio, un noto sindacalista del luogo, un tale Carmine Bonci, poi completamente prosciolto per una chiara e certificata mancanza di prove indiziarie soddisfacenti e rispondenti alla dinamica dell’accaduto.
Di certo Pilade, boss di quell’allegra tribù brizzolata, non avrebbe mai potuto pensare che Alberto Corradi, all’epoca della vicenda uno sbarbatello, senza arte né parte, di appena vent’anni, avesse potuto, a sangue freddo e con una certa disinvoltura, uccidere il suo stesso padre per motivi di mero opportunismo. Ma a volte la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Insomma chi avrebbe potuto, quarant’anni dopo, avere quella giusta verve e sfrontatezza per dipanare una volta per tutte questo mistero? Senz’altro Pilade e i suoi fedeli compagni al mitico BarLume, gestito dall’amico Massimo, trasformato per l’occasione in una sorta di piccola e virtuale stazione di polizia, assai casereccia e godereccia. Qui tra un bicchiere di buon vino e un invitante panino con salame faranno un’altra volta centro.
Non bisogna lasciarsi dunque scappare la ghiotta opportunità di leggere questo piccolo capolavoro del divertente Marco Malvaldi in quanto per la prima volta l’autore teletrasporta l’allegra combriccola in un momento storico nel quale gli stessi vecchietti sono decisamente più giovani, più scattanti e per questa ragione anche, oserei dire, più motivati. E non dimentichiamoci che, in quest’epoca del passato in cui sono stati catapultati con gran artifizio di stile, il loro ritrovo, la loro seconda casa, ossia il BarLume, non esiste ancora. Il locale farà la sua comparsa come coprotagonista quando gli stessi protagonisti avranno raggiunto la piena maturità.
Vuoi collaborare con noi? Clicca per sapere come fare
L’autore toscano laureato in chimica ha così saputo offrire al suo affezionato pubblico un racconto ben calibrato e strutturato, una vicenda narrativa piena di ritmo e di inattesi colpi di scena. La sua saga di questi simpatici e vivaci vecchietti inizia nel 2007 con la pubblicazione del primo romanzo dal titolo La briscola in cinque. Da questa imperdibile saga letteraria ha preso anche ispirazione I Delitti del BarLume, una popolarissima fiction televisiva di Sky.
Commenti
Posta un commento