PROFUMO
DI TE
Rincorrere pensieri
velati,
in frammenti di eternità.
Lievitare leggeri
in profumo di pelle,
precipitando nell'estasi
di un desiderio assordante.
Risvegliarsi in primavera di sensi,
naufragando in emozioni
di vanità suadente.
SCIVOLANDO
MANI SU CORPO DI SETA
S = sinuose
C = carezze
I = invogliano
V = vani
O = orizzonti,
L = lanciando
A = anatemi
N = nascosti,
D = donando
O = ovazioni osannanti.
M = Meravigliose
A = acrobazie,
N=nell'
I = intimo
S = segreto
U = universalmente
C = corrotto,
O = ondeggiano,
R = romanticamente
P = perverse.
O = Oltraggioso
D = desiderio
I = impacciato
S = segrega
E = e
T = tramortisce
A = amabile amante annoiato.
E TU
E = Eccoti!
T = teneramente
u = universo
COLPEVOLE
DI ESSERCI
C = Clandestino
O = ormai
L = lodo
P = pensiero
E = eccessivamente
V = voluttuoso.
O = Oscuro
L = labili
E = emozioni;
D = dunque dimoro desiderio
I = incredulo,
E = escludendo
S = sentimenti
S = sontuosi
E = e
R = rincorrendo
C = capricci
I = istrionici.
SOGNANDO
IL TUO VOLTO …
S =
SCAPPARE,
O = OMBROSAMENTE, OFFESO,
G = GUARDANDOTI
N = NAUFRAGARE,
A = ARROCATO,
N = NEL
D = DELIRIO
O = ONNIPOTENTE.
I = IMPAZZISCO
L = LENTAMENTE!
T = TI
U = URLO
O = OBSOLETI
V = VERSI,
O = OLTRAGGIANDO
L = LANGUIDI
T = TORMENTI
O = ONIRICI.
OBLIO CERCATO …
O = OVATTATI
B = BATTITI
L = LAMBISCONO
I = IGNOTI
O = ORIZZONTI,
C = CANTANDO
E = EMBLEMATICHE
R = REQUIEM,
C = CHE
A = ACCAREZZANO
O = OSTRACISMO OBBLIGATO.
IL
BALLO IN MASCHERA …
La musica è finita, il sipario si abbassa lento sul tuo respiro, le luci si spengono nel sorriso di quell'ultimo valzer. E tu, ubriaco di illusioni, togli quella maschera di falsità, che opprime il tuo vero volto. Dov'è l'uomo? Imprigionato in quelle lacrime amare, che si confondono a fatica con quella nebbiolina di un'altra sigaretta, che brucia tra le braccia di una notte tutta da scoprire.
SPLASH
S = SIGNORINA
P = PERBENE,
L = LICENZIOSAMENTE
A = AMMICCA,
S = SOGNANDO
H = HAITI.
BANG
BANG
B = BECERO
A = ANGELO
N = NEGA
G = GENTIL
B = BACIO,
A = ANNUNCIANDO, ANNOIATO,
N = NUOVA
G = GUERRA
ANNIBALE
A = AVVENTURIERO
N = NELLA
N = NEVE,
I = IMMAGINA
B = BATTAGLIA,
A = ADDOMESTICANDO
L = LABORIOSI
E = ELEFANTI.
HEIDELBERG
H = HO
E = ESPLORATO
I = ITINERARI
D = DAVVERO
E = EMOZIONANTI,
L = LADDOVE
B=BELTA'
E = ELEVA
R = RIMEMBRANZE
G = GIOVANILI.
AMORI AL MICROSCOPIO
AMOR FATALE:
G = GENTILDONNA
I = INSEGUE
U = USIGNOLO,
L = LIEVITANDO
I = IN
E = EMOZIONI
T = TARDIVE,
T = TRASALENDO
A = AMORE
E = EVANESCENTE,
R = RINCORRENDO
O = OSCURA
M = MORTE …
E = ETERNO
O = OBLIO !
AMOR CERCATO:
T = TRISTE
R = RAGAZZO
I = INNAMORATO
S = SOSPIRA
T = TEOREMI
A = AMOROSI,
N = NASCONDENDO
O = OBBLIGATA
E = EUFORIA
I = IN
S = SILENZIOSE
O = OMERTA ',
T = TEMENDO
T = TENTAZIONI
A = ALIENANTI.
AMORE MALINCONICO:
R = RINCORRENDO
O = OMBRE
M = MINACCIOSE,
I = IL
S = SICARIO
C = CLANDESTINO
H = HA
N = NASCOSTO
E = EMOZIONI
I = INDEFINITE
D = DI
E = ETEREA
R = RAGAZZINA,
A = ADDORMENTANDO
L = LIETO
A = AMORE,
I = IMPRIGIOMANDO
N = NUVOLONI
D = DORATI
E = E
L = LONTANI
O = ORIZZONTI
N = NEGATI …
AMORE ACERBO:
M = MURO
I = INNALZATO
L = LAMBISCE
A = AMOREVOLEZZA
E = EMPATICA.
S = SEDICENNI
H = HANNO
I = IMPROVVISA IMPLOSIONE,
R = ROMANTICAMENTE
O = ORMONALE.
AMORE INFERNALE:
P = PECCATORE....PECCATRICE,
A = AMANTI APPASSIONATI,
O = OSTINATAMENTE
L = LUSSURIOSI,
O = OLTRAGGIANO
E = ETERNA
F = FEDELTA'.
R = RICERCANO
A = ANCESTRALI
N = NOZZE:
C = CARNE
E = E
S = SENSI
C = CALPESTANO
A = ARMONIA.
9/8/1973 …
N = Nuovo
O = Ospite
V = Viene
E = E
A = Allieta
G = Giorni
O = Ombrosi.
S = Si Sente
T = Teneramente
O = Osservato,
M = Ma Meravigliandosi, Manifesta
I = Improbabile Immaginazione,
L = Lasciandosi
L = Letteralmente
E = Emozionare
N = Nudo, Nell'
O = Orizzonte
V = Vanesia.
E = Esplosione
C = Celestiale
E = Entra
N = Nel
T = Tunnel
O = Oscuro,
S = Sfuggendo
E = Euforia,
T = Tristemente
T = Tradita.
A = Amore
N = Narcotizzato,
T = Terrorizzato,
A = Arrabbiato,
T = Tenta (di)
R = Ricevere
E = Elemosina Eterna!
LA SUOCERA SUL TETTO …
Artemio Sbroia era
un sano contadino della Bassa Bergamasca, sicuramente un gran lavoratore ed un
ottimo padre di famiglia.
Ogni mattina la
sua sveglia suonava alle quattro e dieci, né un minuto prima, né un minuto dopo
… e lui, rispettando il copione di una vita sana ed agreste, dopo essersi
lavato la faccia, con acqua fredda e sapone al profumo di lavanda, correva ,entusiasta,
in quella stalla di fortuna, per mungere –a tempo di valzer- la sua adorata Bianchina.
E quando il rito
era stato portato a termine; il nostro Sbroia era solito regalare una preghiera
e un saluto alla Vergine, per poi cavalcare il suo trattore, vecchio modello, e
andare alla scoperta del suo piccolo e adorato mondo, fatto di verde, di sole e
di quelle tante certezze che lo rendevano l’uomo più felice su questa terra!
Lui, l’Artemio,
abitava in un cascinale, tanto dozzinale quanto fatiscente, in compagnia
della moglie Teresina Villanzoni e delle due figlie: la Mafalda, Maffy per i
pochi intimi, e la Cesira.
Ma un destino
assai crudele aveva voluto che sotto il suo stesso tetto abitasse anche “ la
sciura Bettina Chiappetti”, la tanto deprecabile e famigerata madre novantenne
della Teresina. E proprio la suocera dell’Artemio, quella domenica 3 marzo si
era resa assoluta protagonista di un’insolita barzelletta paesana.
L’Artemio stava
come suo solito tornando a casa sulla sua” limousine”, quel trattore anni
trenta, poiché si era fatta una certa e il suo stomaco reclamava carburante. Fischiettando
una vecchia canzone del Quartetto Cetra, come uno scolaretto lieto in cuor suo,
pregustava già quel piatto di riso e rape, che lo attendeva fumante sul tavolo
della cucina.
Purtroppo i suoi
gaudenti desideri furono turbati proprio sul più bello, quando vide,
all’ingresso del suo cascinale, una folla senza precedenti per quella piccola
comunità rurale. C’erano lì accampati, giornalisti, il prete, il sindaco e
perfino Bepi il becchino.
Ma la cosa più
scioccante era la presenza massiccia delle forze dell’ordine: dai carabinieri
alla forestale; dai pompieri a due autoambulanze. Mancava l’esercito e la
frittata era bella che fatta!
L’Artemio era
sbigottito, fermò la sua “ Limousine” ed iniziò un volo pindarico di fantasiose
ricostruzioni sull’accaduto. Di primo acchito aveva subito pensato ad un furto.
Ma l’unica cosa veramente importante per lui era la sua adorata Bianchina e la
sola idea di perderla gli aveva fatto bagnare i pantaloni! Poi ebbe un sussulto
quasi di gioia … “Forse che la sciura Bettina, l’era stada rapida?”
L’idea che
qualcuno l’avesse potuto finalmente liberare da quell’ingombrante “Matrona” lo
stuzzicava a tal punto da fargli tornare di nuovo quella pazza voglia di
intimità con la sua sciatta Teresina. Del resto era ormai da parecchio tempo,
che non l’aveva più veduta come Dio l’aveva fatta.
E magari perché
no, ci sarebbe potuto anche scappare il tanto agognato erede maschio!
Ma i sogni di
gloria del Casanova della Bassa Bergamasca furono brutalmente infranti
dall’arrivo della Maffy. La Maffy era conosciuta in zona con l’infausto
appellativo di “ VESUVIO,” a causa di tutti quei grossi crateri che prendevano
forma su quel ghigno tozzo ed indelicato.
I suoi diciotto
anni erano distribuiti in un metro e cinquanta di altezza per cento chili di
grassa libidine: si faceva prima a saltarla piuttosto che a girarle intorno!
Ora era single –
come lo Zio Sam ci insegna- o zitella per i nostalgici del bel parlato. Ma fino
a tre mesi prima era la devota compagna di Felicino Paoloni, il figlio del
macellaio. La storia però arrivò al capolinea a causa di una questione di
logistica della stessa coppia. Anche se le malelingue del paese andavano
dicendo in giro che il vero motivo di questa débacle era da attribuirsi completamente
alla povera Maffy. Sembrerebbe, infatti, che la sventurata ragazzona, durante
un amorevole valzer a due, avesse, nella foga della passione, compromesso la
gabbia toracica del povero Felicino.
Quando la ragazza,
infatti, si avvicinò al padre, sussurrandogli all’orecchio buono frasi
sconvolgenti; l’Artemio impallidì all’istante ed alzando lo sguardo al cielo
borbottò:
“ Ma che t’ho
fatto Bettina, perché ce l’hai con me ?…”
Eh sì, la sciura
Chiappetti era la star del giorno! Ora si trovava sul tetto di casa, in camicia
da notte di pizzo nero, cappello da mondina in testa e sciarpa della DEA al
collo. Al petto stringeva una vecchia valigia di cartone.
Tutto era nato
perché quella mattina Mike Bongiorno le aveva dato buca:la sua televendita
preferita, quella del prosciutto, era stata tagliata per dare spazio al
faccione sornione dell’impavido Emilio, che bastonava il Brosio di turno. E lei
non ci stava!
Così, sconfitta, a
malincuore, aveva cambiato programma. L’avesse mai fatto! Sul suo schermo
apparve lui, il Duce, fulgido nella sua uniforme di gran gala. E lei,
d’improvviso, si era riscoperta giovane e spensierata! E proprio le note di “Giovinezza”
l’avevano spronata a salire su quel tetto, in segno di protesta. Nessuno
purtroppo era riuscito a farla desistere dal suo folle disegno,neppure il buon
Pozzan della Vita in Diretta. Perfino l’accattivante Don Aristide Mombelli ,
aitante curato e campanaro, 40 anni e non sentirli, aveva tentato di
raggiungere la vecchia pecorella smarrita, per riportarla alla ragione, ovvero
sulla retta via!
Ma invano, perché
a metà del percorso era stato costretto
a desistere dall’ardua impresa,a causa della sequela di ingiurie, che l’inerme
donnina aveva fatto uscire da quella sua dolce boccuccia, non del tutto vergine.
La sciura Bettina
era là, in quel contesto alquanto grottesco; perché a suo dire, era stato
Benito stesso a chiamarla e lei non poteva dire di no al Duce! Quindi lei non
doveva fare altro che aspettare quell’aereo tedesco, che l’avrebbe
prelevata e condotta sulla via della salvezza. Sarebbe giunta in un luogo
magico, dove si sarebbe potuta ricongiungere con il suo amato Gino. Il Gino,
per dovere di cronaca ,non era mai tornato dalla Grecia e nessuno aveva mai più
saputo nulla di lui!
L’arzilla
vecchietta non aveva per nulla intenzione di scendere da quel tetto, lei era
certa in cuor suo che l’aereo presto sarebbe arrivato. Del resto lo aveva anche
detto Giorgino al telegiornale, che lo sciopero dei voli era stato revocato. E
per lei Checco nazionale era istituzione allo stato puro! Tanto è vero che nel
momento in cui il giornalista fu allontanato dal piccolo schermo;lei era
entrata in una tremenda fase di depressione, perché la sola idea di non cenare
più con lui a lume di candela, la faceva uscire pazza.
Mentre fuori si
stava scatenando l’inferno; l’insensibile Teresina, pasticciando in cucina,
sperava di trovare il pacco da 500.000 euro e di andare il più lontano
possibile da quell’insulso marito e da quelle sgraziate figlie.
La folla sotto
quel tetto aumentava a vista d’occhio. Forse gli avvoltoi pensavano che
l’indomani si sarebbe tutti finiti da Vespa e magari perché no … una fiction da
protagonisti!
Ma alle 20.30 di
quel fatidico 3 marzo avvenne il miracolo. Dal tetto incriminato volò la
valigia di nonna Bettina: una pioggia di mutandoni di lana; calzettoni; foto
del Gino in divisa da aviatore; un vecchio disco di “Giovinezza” e
l’immancabile busto del “buon “ Benito … E così dieci minuti dopo la vecchina
era planata sul mastodontico materasso di quei pompieri allibiti.
Senza dare alcuna
spiegazione entrò in casa e, con non curanza, degna di una diva delle più
consumate, si accomodò sulla poltrona di velluto del povero Artemio, isolandosi
completamente dal mondo.
Aveva dimenticato
che proprio quella domenica sarebbe andata in onda l’ultima ed imperdibile
puntata di “ Orgoglio”; e lei non poteva di certo mancare, perché doveva assolutamente
sapere se la figlia dei Marchesi avrebbe finalmente consumato con il povero contadino.
Niente paura,
l’aereo mandato dal Duce, sarebbe ritornato l’indomani. E poi fuori c’era un gran
nebbione!
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