Quando l’amore ci trasforma. “Tutto ciò che il Paradiso permette” di Manuela Caracciolo
L’ultima fatica letteraria della scrittrice Manuela Caracciolo pubblicato da Cairo Editore s’intitola Tutto ciò che il Paradiso permette. Questo romanzo rappresenta per l’autrice un piacevole snodo professionale, in quanto le ha permesso di vincere il premio letterario Zanibelli 2018.
La vicenda narrata, con accuratezza di stile e di forma unita a una insolita e apprezzabile dovizia di immagini a effetto, si svolge in un intreccio spettacolare di luoghi che, a loro volta, diventano a pieno titolo un soggetto irrinunciabile della stessa materia narrativa.
Da una parte, infatti, abbiamo per mano della Caracciolo la scelta di un Paese come l’Irlanda, località conosciuta come meravigliosa oasi verde, capace di regalare piacevoli sensazioni di pace interiore e di meditazione universale. Uno spazio finito che porta la stessa coscienza umana, dopo una sorta di benevola rivoluzione intima, al ricongiungimento con se stessa.
Dall’altra, invece, veniamo immersi nel fascino quasi snob di una Nizza certamente più sbarazzina e insolente, ma allo stesso modo romantica, perché resa più avvolgente dalla presenza di botteghe caratteristiche e di mercati accattivanti.
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Qui l’indole umana non può quindi che lasciarsi andare a delle passioni esaltanti ed estreme, ma fugaci allo stesso tempo. Come se ci si immergesse, a sorpresa, in una specie di mondo segreto, sotterraneo, una realtà nuova tutta da scoprire.
E in tutto questo marasma di incastri ben congegnati di luoghi a effetto si gioca la partita esistenziale di Harrie, protagonista indiscussa di questo piccolo capolavoro di genere.
Lei è una piacente ragazza dai capelli rossi e dagli occhioni blu. Una fanciulla non facile da decifrare, forse un po’ troppo arroccata nelle sue fragilità di donna in divenire.
Di certo non ama le luci della ribalta, anzi preferisce raggomitolarsi timidamente nel suo piccolo guscio che la protegge dai mali esterni. Qui vive in un mondo tutto suo, costruito a sua propria guisa, dove si nasconde in una dimensione incantata, quasi ovattata, fatta di favole e di film e in cui si arrovella in quelle patetiche domande intorno alla scomparsa di una madre assente, latitante.
Ma l’autrice ci offre anche un altro interessante personaggio, conosciuto nell’economia del romanzo con il nome di Paul, un ragazzo, nel suo piccolo, alquanto problematico e annoiato da quanto lo circonda giorno dopo giorno.
Lui è il frontman di un gruppo musicale di successo, i Purple River, che ha inseguito con costanza e grande tenacia il successo a ogni costo. Ma a un certo punto della sua esistenza si accorge che quel successo così tanto desiderato alla fine non è libertà, ma una sorta di gabbia dorata che lo sta imprigionando e consumando assai lentamente.
Le due anime di Harrie e di Paul s’incontreranno quasi per caso e questo loro incontro si trasformerà piano piano in un concatenarsi di folli sentimenti volti a un’implacabile rivoluzione esistenziale, che dovrebbe condurli a una certa autodeterminazione personale in grado di renderli migliori e sicuramente più adulti. È la dura legge del crescere e del maturare.
Questa rivoluzione esistenziale consiste nella fuga dei due giovani a Nizza, luogo in cui l’amore dei protagonisti esploderà in tutta la sua più crudele passionalità, catapultandoli, così, a loro insaputa, in un Paradiso perverso e ambiguo.
Un Paradiso che, non per colpa sua, diviene simbolo di una certa malattia dell’anima, conosciuta dai filosofi, come quella corruzione umana che s’insinua subdola nel cuore dell’essere pensante.
Malattia infingarda e difficile da estirpare che porta lo stesso individuo ad astrarsi dalla realtà e da tutte quelle convenzioni e pulsioni che in un certo senso dovrebbero condurre l’uomo nei giusti parametri della ragionevolezza più pura e più vera.
Ma purtroppo tutti i paradisi artificiali hanno una fine e qui in questo romanzo la fine di tutto coincide nel momento in cui il desiderio spasmodico dei due protagonisti di vivere a pieno la loro passione amorosa viene minato dall’ingerenza altrui.
Infatti ciascuno dei due protagonisti principali, non avendo ancora trovato un equilibrio emotivo e una capacità propria a resistere agli urti della vita, si vede sempre braccato e minacciato da un parente, da un amico o più semplicemente da una persona orbitante nel loro piccolo mondo.
Va da sé che piano piano questa strana situazione di “belligeranza silenziosa” concepita e voluta dagli esterni presto andrà a minare e a logorare quel meraviglioso idillio che si era andato a creare tra i due giovani innamorati.
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Tutto ciò che il Paradiso permette è un romanzo forte e coinvolgente, che ti prende e ti conquista fin dalla prima pagina. Si legge tutto d’un fiato e cosa più preziosa ti fa riflettere sul senso della vita.
Mai banale o superficiale. Racconta in un modo assai appassionato l’evoluzione più intima di un uomo fragile e insicuro, che attraverso le sue intemperanze interiori cerca, con le unghie e con i denti, quella autodeterminazione personale che una volta per tutte gli possa permettere finalmente di gridare al mondo la sua propria esistenza e la sua giustificata voglia di mettersi in discussione e di essere protagonista del suo tempo.
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