Una Danzica mai vista. “Non esistono buone intenzioni” di Katarzyna Bonda
A Katarzyna Bonda la sua ultima fatica letteraria dal titolo Non esistono buone intenzioni, edito da Piemme nella traduzione di W. Da Soller e L. Resco, ha quasi rischiato di rovinare in qualche modo la carriera, causa le tematiche trattate con audacia e cattiveria, quali un amore molto sentito andato allo sfascio e una subdola dipendenza dall’ alcol.
Protagonista assoluta di questa assai interessante e intrigante vicenda a tinte gialle dell’autrice polacca è senza ombra di dubbio la poliziotta dal fiuto fine, Sasza Zaluska, una piacente e seducente donna di circa 36 anni, dai capelli rosso fuoco che, nonostante la sua fragilità emotiva, ha la straordinaria capacità di correggere il tiro e di riportarsi sulla retta via, come in una sorta di insperato miracolo di un Natale che avvolge il suo cuore sincero.
E così, come l’eroina di una tragedia greca ben riuscita, prende tutte le sue forze e si impone, come in un mantra assoluto, di ripudiare quell’ultima bottiglia che, veleggiando nel deserto di Satana, le strizza l’occhio ammiccando e tentandola con feroce disonestà.
Ma lei non ci sta. E dice di no! E lo fa per quell’amore, così sano e sacro allo stesso tempo, nei confronti di sua figlia, la piccola Karolina, l’unico orgoglio della sua tumultuosa e infelice vita da “sbirro”.
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Armata delle più nobili intenzioni, l’eroina nata dalla penna di Katarzynza Bonda ritorna dunque a Danzica, la città di mare che, nolente e dolente, è stata involontario teatro di tutti quegli eventi cruciali che hanno in un modo o nell’altro segnato nella maniera più indelebile il suo essere donna, amante, madre e tutrice della legge.
Ma purtroppo, come la nostra stessa vita ci insegna, con cazzotti e pugni nello stomaco, giorno dopo giorno, gettarsi tutto il marciume alle spalle non è cosa del tutto facile. E anche per la nostra eroina Sazsa questa regola è sacra.
Infatti nel momento in cui viene contattata a sorpresa da un ex poliziotto per un delicato caso di profilazione criminale la seducente poliziotta rientra in una pericolosa e oserei dire profonda crisi esistenziale.
La matassa da sbrogliare è così intricata e maledettamente contorta che Sasza è costretta, suo malgrado, a gettarsi in questo inferno di cristallo senza possibili spiragli e uscite di sicurezza, e in questo modo rischia concretamente di mettere in primo piano il lavoro, logorando così una volta per tutte quel traballante e altalenante straccio di rapporto che la lega alla sua adorata Karolina.
Ma di che cosa tratta questa sua nuova missione poliziesca che forse la farà ritornare nel baratro della disperazione più nera di giovane donna in preda ai fantasmi più truci?
L’operazione in questione riguarda l’omicidio sospetto di un assai prestigioso divo della canzone, caso spinoso e ostico che costringerà la protagonista a stringere una forzata e indesiderata collaborazione al vetriolo con una sua vecchia e sgradita conoscenza, il commissario “Duch” Duchnowski, abile investigatore, ma ahimé anch’egli dedito al nefasto vizio del bere.
Va da sé che, affiancandolo assiduamente, la Zaluska potrebbe ricadere nel buio labirinto dell’alcol e questa volta con conseguenze davvero catastrofiche e inimmaginabili, una sorta di viaggio senza più ritorno.
Intanto le indagini per dipanare questo intricato mistero proseguono a vele spiegate e il commissario e la detective si trovano catapultati in quel misterioso e affascinante sottobosco della criminalità di una Danzica mai conosciuta, una città cupa e minacciosa, popolata da donne di malaffare, da sacerdoti inaspettatamente poco inclini alla religione e dulcis in fundo da loschi faccendieri.
Ma ben presto i due capiscono che la chiave di lettura di questo mistero deve essere ricercata in un successo discografico della vittima, un brano musicale dal titolo Ragazza del Nord.
Una canzone triste e melensa, quasi profetica: una storia d’amore finita in vendetta. Del resto è cosa ben risaputa che anche se partono con le migliori intenzioni, non si sa mai quale piega le stesse relazioni tra umani potrebbero prendere.
È questo un libro davvero molto avvincente, dove i personaggi sono credibili e mai sopra le righe o peggio ancora sottotono. L’autrice ha il merito di averli dipinti e tratteggiati con grande maestria e dovizia di nozioni e particolari. Sembra quasi di viverli, di toccarli o respirarli in emozioni che ti prendono e non ti abbandonano più. Come se tu stesso li vivessi a pieno nelle loro opacità psicologiche, nelle loro patologie esistenziali, tu stesso, nel bene e nel male, sei con loro all’interno delle pagine del romanzo e ti senti preso per mano e accompagnato in quella Danzica che non avresti mai pensato potesse esistere.
E che dire della trama? Un racconto ben congegnato, ben scritto, mai noioso o prolisso. È una storia mozzafiato, avvincente e adrenalinica. Si può definire un’opera letteraria che si beve tutta in un sorso.
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Katarzyna Bonda è oggi in patria, la sua tanto amata Polonia, un nome di prestigio e di gran lustro, la sua popolarità è inutile dire che è ormai salita alle stelle. Si può così affermare che è nel gotha degli scrittori del nostro tempo.
Viene anche considerata la nuova regina incontrastata del crime europeo, la risposta polacca al genio norvegese Jo Nesbo.
Il suo successo, come afferma la critica, è merito soprattutto della profiler Sasza Zaluska.
Da ricordare anche che il suo saggio relativo alle donne criminali è diventato un documentario che ha ricevuto la nomination all’Oscar nel 2015.
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