Le poesie di Giovanni Paolo II, una delle tre vie verso la Verità

Le poesie di Giovanni Paolo II, una delle tre vie verso la Verità Autore: Marcello CaccialanzaLun, 11/12/2017 - 09:30 Le poesie di Giovanni Paolo II, una delle tre vie verso la VeritàLe poesie di Giovanni Paolo II costituiscono una delle tre vie verso la Verità; grazie soprattutto alla loro poetica che si fonda armoniosamente con la filosofia e la teologia. Caratteristiche pregnanti di queste liriche sono: la concezione ultima di Spazio-Tempo e il concetto intimo del termine Persona. La produzione letteraria di Giovanni Paolo II copre un arco di tempo di tutto rispetto, ed è stata presentata al pubblico per lo più con l’ausilio di pseudonimi. Le prime opere di spessore risalgono all’inizio dell’anno 1939, non tenendo però conto delle composizioni antecedenti, poiché frutto delle esperienze e delle vicissitudini tipicamente adolescenziali e non del tutto funzionali al significato ultimo che avrebbe preso poi l’intera opera. Vuoi collaborare con noi? Clicca per sapere come fare Alla fine degli Settanta, con l’ascesa al soglio pontificio di Giovanni Paolo II, la medesima sua produzione subisce un giustificato rallentamento; fino a quando nell’anno 2002 la sua verve creativa riprende corpo con il meraviglioso Trittico romano. Alcune fra le sue numerose liriche sono malinconicamente toccanti, come ad esempio quelle raccolte sotto i seguenti titoli: Canto del Dio nascosto, Meditazione sulla morte, Pellegrinaggio a luoghi santi, La cava di pietra. In quest’ultima raccolta di indubbia delicatezza e preziosità il poeta presenta con una grande suggestione quei pensieri di elevato significato intorno al duro lavoro affrontato in una cava di pietra nella sua amata Polonia, durante la difficile occupazione nazista. Nella produzione poetica di Giovanni Paolo II si procede in maniera perentoria e costante all’astrazione, in chiave visionaria, dal tempo e dallo spazio, due elementi intesi in mero senso fisico. Si assiste perciò non solo a una certa contrazione del tempo, ma anche a una sorta di trasfigurazione in una dimensione propriamente metafisica. Ciò significa che alcune scene accadono al di fuori della medesima categoria temporale e in nessun spazio ben definito. Quindi in sintesi possono avvenire sempre... ovunque, in quanto la stessa dimensione del tempo incontra e tocca l’eterno. In questo contesto dunque lo spazio diventa spazio del grande mistero dell’uomo... che non va solo dalla nascita alla morte; ma anche dalla morte alla speranza di una nuova vita. Altra questione di fondo da non trascurare nelle poesie di Giovanni Paolo II è il problema inerente l’uomo inteso come persona. Il concetto di persona non è di scontata immediatezza, anzi assume una dimensione di grande complessità che si scontra con la moderna visione dell’essere umano inteso banalmente come semplice individuo. La persona nasce quindi da un’interazione tra l’io e il tu; in quest’ottica non potremmo essere noi stessi se non in comprovata compagnia di un altro. Le poesie di Giovanni Paolo II, una delle tre vie verso la Verità Molti sono gli insegnamenti morali ed etici che un buon lettore può cogliere da un’attenta e puntuale analisi delle poesie di Giovanni Paolo II, come il senso di dolore, di sacrificio e della croce che si trasforma in un dogma di aulica fattura, una sorta di nuova legge universale, addirittura un nuovo giorno della creazione nell’incarnazione di Cristo. O ancora il concetto di morte inteso come passaggio ad altra vita che prende il nome di Pasqua. Ultimo e non meno importante insegnamento di Giovanni Paolo II è quello legato al concetto di amore, che nelle sue poesie acquista straordinario rilievo e viene inevitabilmente espresso in maniera toccante ed avvolgente. Un sentimento dominante che conduce l’uomo ad intraprendere quel meraviglioso viaggio esistenziale, che dovrebbe accompagnarlo lungo la strada di quella Verità assoluta e rigenerante. L’amore è dunque quel quid che ci fa nascere, non solo in senso fisico, ma soprattutto in senso morale ed etico; dove cuore, ragione e passione sono i pilastri della nostra vera essenza. L’amore è quindi visto come la più grande sfida che Dio lancia all’uomo; affinché lo stesso trovi dentro di sé il coraggio ultimo, quello più vero, di sfidare, senza paura e senza macchia, il suo proprio destino. GRATIS il nostro manuale di scrittura creativa? Clicca qui! Ma come l’essere umano può rispondere a questo invito? Facendo riconoscere l’IO con il TU e comprendendo, anche, che queste due entità non possono vivere l’una al di fuori dell’altra. Occorre perciò creare un buon rapporto, ontologicamente stabile. Il vero amore nasce mettendo in atto quella stessa interazione presente nella divinità. Le stesse poesie di Giovanni Paolo II possono essere viste come strumento propiziatorio per affermare e celebrare quell’amore, così complesso e affascinante, che lega l’uomo a Dio.

Commenti